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Happy knitter… and happy friends!

E siccome non mi sono dimenticata della promessa fatta, ecco una piccola carrellata dei regali fatti per natale indossati dai miei meravigliosi modelli 🙂

Disclaimer: nessun amico è stato sfruttato o maltrattato per ottenere coercitivamente un selfie 🙂

 

Et puisque je n’ai pas oublié la promesse faite, voici une petite compilation des cadeaux faits à Noël portés par mes merveilleux modèles 🙂

Limitation de responsabilité :  aucun amis n’a été exploité ou maltraité pour obtenir un selfie de façon coercitive 🙂

 

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Avrete capito che quest’anno è stato l’anno delle nappe, con cui ho decorato quasi tutto 😉

Vous aurez compris que cette année a été l’année des glands, avec lesquels j’ai accessoirisé presque tous mes cadeaux 😉

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Sending out an S.O.S.

Care amiche knitters e non, come state?
Come ve la passate in questo inverno che sa di mezza stagione?
Qui le giornate hanno già iniziato ad allungarsi e, sarà perchè non ha ancora mai fatto davvero freddo, mi sembra che l’inverno stia passando velocissimo.

Chères copines de tricot et pas que, comment allez-vous ?
Qu’est-ce que vous devenez dans cet hiver qui sent la demi-saison ?
Ici les journée ont déjà commencé à se rallonger et, peut-être puisque jusqu’à présent il n’a pas encore fait très froid, j’ai l’impression que l’hiver cette année passe à la vitesse de la lumière.

 

Bando alle ciance. Oggi scrivo per chiedervi un consiglio magliesco.
L’anno scorso a Natale ho ricevuto questa bellissima lana in regalo:

Bref. Aujourd’hui je vous écris pour vous demander un triconseil.
L’année dernière à Noël j’ai reçu en cadeau cette merveilleuse laine:

 

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Si tratta della lana Fuzzy Wuzzy della casa Patons, una vera rarità poichè questo filato è fuori produzione da anni (come si evince dall’etichetta molto vintage).

In totale possiedo 14 gomitoli rossi e 8 gomitoli bianchi.
Ogni gomitolo pesa circa 15gr per 56m, quindi non dispongo di tantissima materia (ca 780m in rosso e 450m in bianco), considerando che è un filato DK o al massimo massimo Worsted.
Si tratta di una lana davvero bellissima e pregiata (55% Angora e 45% lana) e so che su Ravelry la gente farebbe pazzie per averne.

Il s’agit de la laine Fuzzy Wuzzy de Patons, une vraie rareté puisqu’elle est hors catalogue depuis des années (comme on voit par l’étiquette très vintage).

Au total je possède 14 pelotes en rouge et 8 pelotes en blanc.
Chaque pelote pèse environ 15gr pour 56m, donc je ne dispose pas de beaucoup beaucoup de matière (env. 780m en rouge et 450m en blanc), étant donné qu’il s’agit d’un DK ou un Worsted grand maxi.
Il s’agit vraiment d’une laine très belle et précieuse (55% Angora et 45% laine) et je sais que sur Ravelry les gens feraient des actes insensés pour les avoir.

 

Ora il mio dilemma è: cosa potrei farci con questi bei gomitoli? Cosa mi consigliate?

Mi dispiacerebbe sprecare questo bel regalo con un lavoro brutto o kitsch, ma non riesco a decidermi sia per l’abbinamento dei colori sia per il metraggio.

Help! Datemi qualche suggerimento! Si, anche voi che passate di qui per caso perché stavate cercando la poesia di Kipling, anche voi che leggete ma non commentate, anche voi che non sferruzzate ma che avete visto qualche bellissimo modello in giro su internet o in qualche vetrina.

Attendo vostre risposte fiduciosa 🙂

Or, mon dilemme est le suivant : qu’est-ce que je pourrais faire avec ces belles pelotes ? Qu’est-ce que vous me conseillez ?

Je serais vraiment dégouté de gâcher ce beau cadeau avec un ouvrage laid ou kitsch, mais je n’arrive pas à me décider aussi bien pour la combinaison de couleurs que pour le métrage.

Help ! Donnez-moi quelques suggestions ! Oui, vous aussi, vous qui passiez par là par hasard parce que vous cherchiez le poème de Kipling , vous qui lisez mais ne commentez jamais, et vous aussi, qui ne tricotez pas mais qui avez vu un super patron quelque part sur internet ou dans une vitrine !

J’attends impatiente vos réponses 🙂

 

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Anno nuovo, ma io sempre la stessa

In Francia è buona norma non fare gli auguri di Buon Anno prima del 1° gennaio, perché altrimenti porta sfortuna. E dire che pensavo che in quanto a superstizioni, noi li battessimo tutti 🙂

Quindi arrivo dopo Natale, dopo Capodanno e anche dopo l’Epifania, a dirvi che spero che abbiate passato delle belle feste di fine anno e che il 2016 sia iniziato bene, che siate riusciti a schivare il parente serpente di turno, abbiate evitato l’indigestione e i postumi alcolici, che Babbo Natale sia stato generoso con voi e che la Befana vi abbia riempito a dovere la calza (e magari anche passato un colpo di scopa in soggiorno, che non fa mai male) 🙂

Io, che ho passato una grandissima parte della mia vita a fare bilanci, non desidero tracciarne per l’anno concluso e non desidero neanche formulare desiderata o buoni propositi per il 2016. Coltivo intimamente la sola speranza che sia un anno sereno, di pace e di luce, che irradi i nostri cuori e le nostre giornate e auguro a tutti voi di sbocciare e bere la vita a pieni sorsi.

Per quanto mi riguarda, le feste sono passate in totale relax, nell’intimità di casa con il mio gineceo umano e canino, con incursioni graditissime del mio nipotino (7 mesi di cosciotte cicciotte, occhioni blu e sorrisoni sdentati che ti sciolgono il cuore) e qualche uscita con gli amici più stretti.

Il tempo è passato, non troppo in fretta, non troppo lentamente.

Abbiamo mangiato, non troppo, non troppo poco.

Abbiamo sferruzzato tanto, ci siamo fatti tante coccole e tante risatine, abbiamo giocato con i cani.

Sono anche riuscita a realizzare un sogno di tanto tempo fa, ed incontrare finalmente, dopo 20 anni, la mia amica di penna, con cui abbiamo condiviso anni di fittissima corrispondenza a cavallo dell’adolescenza. Ho inoltre avuto l’immenso piacere di iniziare l’anno con lei, chiacchierando con la naturalezza di due vecchie amiche che hanno preso un aperitivo la sera prima, come se da vent’anni non facessero altro 🙂

E io? Io sempre la stessa, qualche centimetro di occhiaie in più perché non ho ancora recuperato il sonno “perso” in chiacchiere, qualche centimetro di girovita in più perché come fai a dire di no alla pizza anche sotto Natale, e più di qualche centimetro di maglia in più, visto che in queste vacanze ho non soli finito i regali di natale ma anche fatto un paio di cosine per me e iniziato a lavorare in tondo (sia con i circolari che con i ferri con le doppie punte).

E adesso via, andiamo a sferruzzare questo 2016!

E voi, avete passato delle belle vacanze di Natale? Avete sferruzzato? I vostri regali magliosi sono stati apprezzati?

 

E per finire una grattatina di pancia non fa mai male 🙂

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Philémon, un golf tutto d’un pezzo (et oui, mes calembours pourris ne sont pas toujours traduisibles -_-‘)

Come avevo promesso, ecco finalmente il post finale relativo alla mia partecipazione al KAL Philémon, di cui avevo già parlato qui e qui.

In effetti mi rendo conto che rispetto a quanto già detto in precedenza, non ho molto da aggiungere.

Dopo aver terminato il golf, ho assemblato il tutto con un filo di cotone dello stesso colore della lana utilizzata e mi dispiace solo di aver tirato un po’ troppo su una delle due maniche  che è diventata in questo modo a misura braccio nudo (quindi impossibile portare Phiphi con una maglia a maniche lunghe sotto… ve lo avevo già detto che sono negata a cucire, no?). Inizialmente avevo pensato di riprendere le maglie e lavorare le maniche in tondo, ma poi mi sono detta: perché abbandonare la mia zona di confort e causarmi dell’inutile stress??? 😀

Comme je l’avais promis, voici enfin le post final concernant ma participation au KAL Philémon, don’t j’avais déjà parlé ici et ici.  

En effet je me rends compte que par rapport à ce que j’avais déjà dit, je n’ai pas grande chose à ajouter.

Après avoir terminé de tricoter ce gilet, j’ai assemblé le tout avec un fil en coton de la même couleur que la laine utilisée et je regrette juste d’avoir tiré un peu trop sur une des deux manches, qui est ainsi devenue de la taille de mon bras nu (donc impossible de porter Phiphi avec un t-shirt manche longues par dessous… je vous avais déjà dit que je suis niée pour la couture, oui ou non?). Initialement j’avais pensé relever les mailles et travailler les manches en rond, mais après je me suis dit : pourquoi abandonner sa zone de confort et me provoquer du stress inutile??? 😀

Una piccola nota sul bloccaggio.
Chè io di solito non blocco mai i miei lavori (si si, sono una ribelle: niente campione e niente bloccaggio :D). Non so se si possa parlare tecnicamente di bloccaggio, in quanto in realtà mi sono limitata a fare fare un bel bagno a Phiphi nell’acqua tiepida con un prodotto specifico per la lana e poi l’ho messo ad asciugare sullo stendino. L’operazione è servita di sicuro a rendere più regolare il legaccio, ma – come mi avevano già anticipato altre sferruzzatrici – il lavoro si è disteso moltissimo.

Per fortuna avevo anticipato la questione lavorando il golf nella taglia M per la larghezza ma S per la lunghezza. Nonostante questo devo dire che la lunghezza è considerevole, soprattutto per una nanerottola come me 😀

Une petite note sur le blocage.
Puisque d’habitude je ne bloque jamais mes ouvrages  (oui oui, je suis une rebelle :  pas d’échantillon et pas de blocage :D). Je ne sais même pas si techniquement on peut parler de blocage, parce qu’en vrai je me suis limitée à plonger Phiphi dans un bon bain tiède avec un produit spécifique pour la laine et puis je l’ai mis à sécher sur le séchoir. L’opération a servi surement à rendre le point mousse plus régulier, mais, – comme d’autres tricoteuses m’avaient déjà anticipé – le gilet s’est détendu grave.

Heureusement j’avais anticipé la question en travaillant le gilet en taille M sur la largeur et S sur la longueur. Mais malgré cela, je dois dire que a longueur est considérable, surtout pour une nabote comme moi 😀

In ogni caso sono soddisfatta del lavoro, è stato interessante scoprire una nuova tecnica di lavorazione del golf in un solo pezzo. Mi piacerebbe rifare questo golf in Andes invece che in Alpaca Brushed Silk, ma la prossima volta credo che tenterò una variante in maglia rasata e soprattutto realizzerò delle trecce più larghe (il modello prevedeva trecce di 3/3).

Un altro piccolo inconveniente che ho avuto è che , al momento dell’assemblaggio e più in particolare della cucitura nella parte posteriore, la treccia laterale mi è risultata troppo corta e così ho dovuto riprendere le maglie per prolungarla, in modo tale che le due trecce potessero essere cucite insieme. Poco male, poichè con i capelli lunghi non si vedrà (anche se confesso di stare seriamente pensando di sbarazzarmi di tutta quella zazzera).

Ci tengo infine a ringraziare Rachel che ha lanciato il tag e Aurélie Senae, Asa, De la laine dans le métro e La ptite bricole per gli incoraggiamenti durante tutto il KAL, che come avevo già detto era il primo per me. Di sicuro in futuro parteciperò volentieri a degli altri KAL, anzi probabilmente lo starei già facendo se non fossi così impelagata tra tutte le mie questioni 🙂

Dans tous les cas je suis satisfaite du travail, il a été intéressant de découvrir une technique nouvelle pour réaliser le gilet en une seule pièce. J’aimerais bien refaire ce gilet en Andes au lieu qu’en Alpaca Silk Brushed, mais je crois bien que la prochaine fois j’essaierai uen variante en jersey et surtout avec des plus amples torsades (le modèle donnait des indications pour des torsades 3/3).

Un autre petit inconvénient que j’ai eu consiste dans le fait que, au moment de l’assemblage et plus en particulier de la couture dans la partie postérieure, la torsade latérale étais un peu trop courte, du coup j’ai dû relever les mailles pour la prolonger, de façon à ce que les deux torsades puissent être cousue ensemble. Ce n’est pas très grave, puisque avec les cheveux longs ça ne se verra pas (même si j’avoue que je songe sérieusement à me débarrasser de cette tignasse).

Je tiens finalement à remercier Rachel qui a lancé le KAL et aussi Aurélie Senae, Asa, De la laine dans le métro et La ptite bricole pour les nombreux encouragements tout le long du KAL, qui étais le premier pour moi, comme je l’ai déjà dit. Dans le futur je participerai certainement de nouveau à d’autres KAL, au fait je serai même déjà en train de le faire si je n’étais pas aussi chamboulée par les événements 🙂

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La nuvola tricot (ou comment Julypouce m’a donné une bonne idée pour un cadeau à une choupinette)

Qualche giorno fa la bambina di una delle mie migliori amiche ha compiuto il suo primo anno di vita. Piccola Bianca, nata dopo 28 ore di travaglio (vent’otto, ve lo riscrivo anche in lettere, come sugli assegni, in caso pensiate che abbia digitato tasti a casaccio), di cui sono un po’ la zia senza esserlo!

Ovviamente con l’altra zia adottiva abbiamo pensato ad un regalo “comprato”, ma io mi sono messa in testa di farle una cosina fatta a mano, dato che avevo promesso che avrei sferruzzato in vista del lieto evento e poi ho miseramente fallito nel proposito.

Il y a quelques jours la fille d’une de mes meilleurs copines a fêté son premier anniversaire. Petite Bianca, née au bout de 28 heures de travail (vingt-huit, je vous le ré-écris en toutes lettres, comme sur les chèques, au cas où vous pensiez que j’ai tapé n’importe quoi), dont je suis un peu la tante, tout en ne l’étant pas ! 

Nella gomitolosfera francese una delle prime blogger che ho iniziato a seguire è stata Julypouce, che si autodefinisce “domatrice di fili notturna” e che è ormai famosissima (ha anche pubblicato un libricino molto utile per le debuttanti).

I suoi post sono sempre molto spiritosi e i modelli che propone sono spesso molto ludici.

Era quindi già da tempo che avevo adocchiato la nuvola tricot e che avevo voglia di realizzarla per qualcuno.

Dans la pelotosphère française une des première blogueuses que j’ai commencé à suivre a été Julypouce, qui s’autodéfinit  “dompteuse de fil nocturne” et qui est désormais très célèbre (elle a aussi publié un petit ouvrage très très utile pour les débutantes).

Ses billets sont toujours très rigolos et les modèles qu’elle propose très ludiques.

Cela faisait déjà un petit moment donc que j’avais repéré le nuage au tricot et que j’avais envie de la tricoter.

Il tutorial è disponibile gratuitamente sul sito di Julypouce ed si tratta veramente di un gioco da ragazzi anche perché tutti gli aumenti e  le diminuzioni si fanno sul dritto del lavoro, basta solo avere un po’ di accortezza con il diritto e il rovescio del lavoro perché alla fine esternamente risulteranno una faccia a diritto e una a rovescio. In un paio di serate si riesce agevolmente a mettere insieme il pranzo per l’indomani, la pila di biancheria da stirare per la settimana e i due lati della nuvola!

Le tutoriel est disponible gratuitement sur le site de Julypouce et c’est vraiment du gâteau : toutes les augmentations et les diminutions se font sur l’endroit de l’ouvrage, il suffit tout juste de faire un peu attention avec le sens du travail, car il faudra montrer une face à l’endroit et un face à l’envers ! Avec deux bonnes soirées on arrive aisément à préparer le déjeuner pour le lendemain, repasser la pile de linge de la semaine et les deux faces du nuage !

La mia nuvola è stata realizzata con ferri da 7 mm e con filato Phil Douce di Phildar (lato rosa morbidoso, di cui vedete il rovescio) e Mérina di Cheval Blanc lavorato doppio (lato bianco in maglia rasata a diritto).

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Il Phil Douce è semplicemente un incubo da lavorare. Non che non scorra, per carità, ma se per disgrazia vi cade un punto, recuperarlo diventa una missione impossibile perchè il lavoro si smaglierà ad una velocità esorbitante e cercare di vedere qualcosa in tutta quella massa peluchosa sarà impossibile. E’ un peccato perchè la resa è davvero tenerosa, ideale soprattutto per lavori destinati ai bambini.

La Mérina invece è stata una gradevolissima sorpresa: il filo scorre ed è elastico, la sensazione molto gradevole sulla pelle, ha una leggerissima tendenza a sdoppiarsi, ma nulla di drammatico se lavorata con i ferri adeguati (i miei erano in plastica ed appuntitissimi) e per di più è una superwash: e cosa volete di più dalla vita?!

Mon nuage a été tricoté en 7 mm avec du fil Phil Douce de Phildar  (côté rose tout douillet, dont vous voyez la face à l’envers) et de la Mérina de Cheval Blanc en double (côté blanc en jersey endroit).

Le fil Phil Douce est juste un cauchemar à travailler. Il grince pas sur les aiguilles, c’est pas ça, mais si par malheur vous perdez une maille, la rattraper deviendra une mission impossible puisque l’ouvrage se démaillera à la vitesse de la lumière et surtout essayer de distinguer quoi que ce soit dans cette masse pelucheuse sera impossible. C’est vraiment dommage puisque le rendu est vraiment moilleux, idéal surtout pour des tricots destinés aux enfants.

La Mérina par contre a été une surprise fort agréable: le fil est très élastique et glisse à merveille, la sensation sur la peau est très douce, il a juste une légère tendance à se dédoubler, mais rien de bien grave si elle est tricotée avec les bonnes aiguilles (les miennes étaient en plastique et très très pointues), et en plus c’est de la laine superwash: mais qu’est ce que le peuple demande de plus ?!

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Tutto sommato la parte più rognosa sono le cuciture che ho realizzato a punto indietro su tutto l’interno della nuvola, completando con una piccola cucitura visible sul fondo della nuvola ( e perchè non ho fatto il punto invisibile? Perché sono una ciofeca sulle cuciture! Se non lo sapevate ancora, adesso sappiatelo 🙂 ). Per l’imbottitura Julypouce non da indicazioni particolari, quindi io ho utilizzato un paio di vecchi collant rosa confetto che ho tagliuzzato e poi riempito di ovatta per realizzare lo gnoccone centrale e due piccoli salsicciotti per i cumulonembi superiori (si insomma, le due gobbette, per intenderci!).

Ho poi completato il tutto con delle toppe e dei bottoncini a forma di stella.

Tout compte fait les coutures sont la partie la plus embêtante : j’ai cousu à point arrière toute le long du périmètre interne du nuage et j’ai complété par une petite couture visible sur la partie inférieure ( et pourquoi pas une couture invisible ? Parce que je suis nase quand il s’agit de coudre ! Si vous ne le saviez pas encore, sachez-le ! 🙂 ). Pour le rembourrage Julypouce ne donne pas d’indications particulières, j’ai donc utilisé un vieux collant rose bonbon que j’ai tailladé et ensuite rempli d’ouate pour réalise la grosse quenelle centrale et les deux petites saucisses pour les cumulonimbus supérieurs ( oui enfin, bref, les deux bosses quoi ! ).

J’ai complété le tout avec des appliques à coudre et des petits boutons en forme d’étoile.

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E’ stato un progetto davvero carino e divertente da realizzare, soprattutto perché è destinato alla piccoletta di cui vi ho parlato sopra!

Credo che una variante carina potrebbe essere realizzata con un lato in maglia e l’altro in jersey oppure in tessuto liberty. Insomma, il modello di Julypouce è una base che credo possa essere adattato in base ai vostri gusti!

Cela a été un projet vraiment chouette et rigolo, surtout parce qu’il est destiné à la petite puce dont je vous parlais au début de ce billet.

Je pense qu’une chouette variante pourrait être réalisée avec un coté au tricot et l’autre en jersey ou bien en tissus liberty.
Bref, il me semble bien que le modèle de Julypouce est une belle base qui pourrait être adaptée à vous goûts !

All’inizio ho voluto mettere troppa ovatta ( mi è stato gentilmente fatto notare che era meglio indicare sul bigliettino che era una nuvola).

Au début j’ai voulu mettre trop d’ouate (On m’a gentiment dit qu’il valait mieux indiquer sur la petite carte de voeux qu’l s’agit d’un nuage).

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Poi ho aggiustato il tiro…

Puis j’ai rectifié le tir…

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Ma alla fine è è lei che prenderà l’aereo con me tra un paio di giorni 🙂

Mais au final c’est elle qui va prendre l’avion avec moi dans quelques jours 🙂

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Cosa fare con i resti di gomitoli? Que fait-on avec les restes des pelotes ?

Diciamoci la verità, c’è un annoso problema che attanaglia noi sferruzzatrici seriali.

Che cosa fare con i  resti dei gomitoli? Chè si sa che abbiamo sempre la tendenza ad accumulare alla fine di un lavoro gomitoli più o meno consumati, a volte solo dei pezzetti di filo, altre addirittura un paio di gomitoli interi, quando il modello era troppo pessimista o la nostra tensione davvero superiore al quella della knit designer che lo ha realizzato.

Soyons sincères, il y a un problème séculaire qui nous afflige, nous les tricoteuses en série.

Que fait-on avec les restes des pelotes? Car on sait bien que nous avons la fâcheuse tendance à cumuler à la fin d’un projet des pelotes plus ou moins entamées, des fois il s’agit juste de petits bouts de fil, d’autres fois de plusieurs pelotes entières, quand le patron était pessimiste ou bien notre tension était vraiment supérieure à celle de la knit designer qui l’a réalisé.

Poi c’è anche il caso della vicina di casa che ti rifila la lana che ha in casa da quando aveva pensato di darsi alla maglia, ma ha preferito poi il découpage o gli aperitivi sul lungolago.

E quello (lo so, a volte sono una psicopatica del gomitolo) in cui vi siete fiondate a commentare sulla pagina Facebook del mercatino del baratto e avete recuperato tutti i resti della ragazza che si trasferisce nel sud della Francia e vuole ridurre al minimo gli scatoloni per il trasloco.

A volte la suocera piomba in casa con i resti delle scorte di quando era giovane, ma siccome la suocera è sempre stata una libellula, con quella lana lì al limite voi vi ci fate uno scaldacollo o un golfino per la cagnetta.

Après il y a le cas de la voisine qui te refourgue la laine qu’elle avait chez elle depuis qu’elle avait pensé de se mettre au tricot, mais au final a préféré le découpage ou les apéros au bord de l’eau.

Et celui (je sais, des fois je peux être une psychopathe de la pelote) où vous vous êtes empressées de commenter sur la page Facebook du petit marché du troc et vous vous êtes récupéré tous les restes de la fille qui part vivre au sud de la France et veut réduire un max les cartons pour le déménagement.

Des fois c’est belle-maman qui débarque avec tous les restes de son stock de quand elle était jeune, mais puisque belle-maman a toujours eu une taille de libellule (même pas de guêpe), vous au mieux vous pourriez en tirer un snood ou un mini-gilet pour la toutoute.

Oppure potete guardare su internet, e certe volte si trovano delle piccole perle come queste, e allora vi riconciliate immediatamente con la sindrome aggravata da resto di gomitolo:

Ou alors vous pouvez toujours regarder sur internet, des fois on trouve de petites perles comme celle-là, et du coup vous vous réconciliez immédiatement avec le syndrome aggravé du reste de pelote :

http://www.buzzfeed.com/alannaokun/things-to-do-with-bits-of-leftover-yarn#.voxW26bE5

I miei preferiti sono senza ombra di dubbi i segnalibri e le ghirlande.

E i vostri? Avete altri stratagemmi per finire i resti di lana?

Mes préférés sont sans aucun doute les marque-pages et les guirlandes.

Et les vôtres ? Avez-vous d’autres astuces pour terminer les pelotes de laine ?

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KAL Philémon – 1 week later (enfin… presque!)

Questo post sarà bilingue, poiché il gruppo del KAL a cui partecipo è essenzialmente francofono e mi pare più carino che capiscano anche loro di cosa sto parlando 🙂

Ce billet va être bilingue, car le groupe du KAL auquel je participe est essentiellement francophone et cela me parait plus sympa qu’elles comprennent aussi 🙂

Tutto è cominciato a Ferragosto, quando – complice il maltempo – mi sono imbattuta in questa foto di Aurélie del blog L’Atelier Senae. Devo dire che era già da qualche giorno che avevo adocchiato il post di Rachel (la brava e simpatica blogger e sferruzzatrice seriale svizzera che ha lanciato il KAL Philémon) e che rimiravo le foto del KAL su instagram. Insomma, commenta che ti ricommenta, mi sono ritrovata ad ordinare il pattern e la lana.

Tout a commencé le 15 août, quand – avec la complicité de la météo pourrave – je suis tombée sur cette photo d’Aurélie, l’auteur du blog L’Atelier Senae. A vrai dire, cela faisait déjà quelques jours que j’avais repéré le billet de Rachel (la talentueuse et fort sympathique blogueuse suisse et tricoteuse en série qui a lancé le KAL Philémon) et que je lorgnais les photos du KAL sur instagram. Bref, vas-y que je commente et voilà, je me retrouve à commander le patron et la laine.

Per il modello vi rimando al blog della bravissima Poule à petit pas, che nella gomitolosfera francese non ha certo bisogno di presentazioni. Per la lana, invece, ho scelto di affidarmi a Luce Laine Tricot, una merceria fornitissima di Bordeaux dotata di uno store online nonchè distributore ufficiale della marca Drops per la Francia. Comunque tutti i dettagli si trovano nel mio primo post a proposito del KAL.

Le modèle d’origine est bien évidemment celui de la Poule à petit pas, qui pour les tricoblogueuses françaises n’a vraiment pas besoin de présentations. Pour l’achat de laine, par contre, j’ai décidé de m’adresser à Luce Laine Tricot, mercerie basée à Bordeaux, dotée d’un très riche assortiment et d’une boutique en ligne, et accessoirement distributeur agréé de la marque Drops en France. Bref, tous ces détails se trouvent dans mon premier billet au sujet du KAL (que je vais également traduire en français 🙂 ). 

Ovviamente appena mi è arrivata la lana ho mollato tutti i lavori che avevo avviati e mi sono precipitata a montare le maglie. Il modello può essere realizzato in Brushed Alpaca Silk oppure in Andes. Io ho scelto la prima opzione, in quanto esteticamente mi piaceva di più e ho ritenuto inoltre che la sensazione dell’alpaca mista a seta sulla pelle fosse preferibile.

Bien évidemment dès que j’ai reçu ma laine j’ai lâché tous mes encours et je me suis ruée sur mes aiguilles pour monter les mailles. Le modèle peut être réalisé en Brushed Alpaca Silk ou en Andes. J’ai choisi la première option, puisque déjà esthétiquement le rendu me plaisait plus et aussi j’ai pensé que la sensation de l’alpaga mélangée à la soie sera plus agréable sur la peau.

Errore! La Brushed Alpaca Silk si lavora con filo doppio su questo modello e per avere una resa così vaporosa i ferri richiesti sono da 6 mm per il punto bordino e da 9 mm per il resto del golf. Vedremo se il gioco vale la candela, ma di per sè lavorare un filato così sottile con dei ferri così grossi è già una tortura, per non parlare poi del fatto che i primi ferri di transizione dopo le coste sono stati durissimi, proprio per la differenza di diametro tra i ferri utilizzati.

Erreur! La Brushed Alpaca Silk se travaille en double sur ce modèle et pour avoir un rendu aussi vaporeux on utilise des aiguilles de 6 mm pour le point de côtes et de 9 mm pour le reste du gilet. On verra bien si le jeu en vaut la chandelle, mais déjà travailler un fil aussi fin avec des aiguilles aussi épaisses est une véritable torture, sans compter le fait que les premiers rangs de transition après les côtes ont été hyper durs, justement à cause de l’écart de diamètre entre les aiguilles utilisés.

Al di là di questo però si tratta di un filato davvero gradevole e, se si riesce a fare astrazione dalle matasse di pelucchi e pallini che si perdono strada facendo, sono sicura che il lavoro alla fine sarà davvero bello e ho già in mente un paio di progetti che mi piacerebbe realizzare con questa lana. Inoltre dopo aver visto le foto delle ragazze che hanno scelto di sferruzzare Philémon in Andes, avrei voglia di provare anche quella variante, per un tipo di capo di sicuro diverso.

Mais au delà de ça il faut dire qu’il s’agit d’un fil vraiment agréable et, si on arrive à faire abstraction des écheveaux de poils et bouloches qu’on perd en cours de route, je suis sure et certaine que le travail à la fin sera vraiment joli et j’ai déjà en tête quelques petits projets que j’aimerais bien travailler avec ce fil. Mis à par ça, après avoir vu les photos des filles qui ont décidé de réaliser Philémon en Andes, je suis bien tentée d’essayer cette variante, qui donne bien évidemment une pièce différente. 

Per quanto riguarda i ferri, ho finalmente potuto utilizzare i miei KnitPro Symfonie sia per l’avvio a punto costa sia per il corpo del golf. Devo dire che se fino ad ora ero un po’ scettica sui ferri in bambù (avevo già testato quelli di Bergère de France e quelli di DMC), KnitPro mi ha fatto rivedere le mie posizioni critiche. Il lavoro scorre senza particolari intoppi e dei ferri da 40cm sono indispensabili data l’ampiezza del golf. Certo, l’ideale sarebbe lavorare il Philémon su ferri circolari, per poter permettere alle maglie di allargarsi ed avere una visione del lavoro migliore. Io però per il momento non ho ancora dimestichezza con i ferri circolari e quindi faccio di necessità virtù!

Pour ce qui concerne les aiguilles, j’ai enfin pu utiliser mes KnitPro Symfonie aussi bien pour le point de côtes que pour le reste du gilet. J’avoue, si jusqu’à présent j’étais un peu sceptique quant aux aiguilles en bambou (j’avais déjà testé celles de Bergère de France et de DMC), KnitPro m’a permis s de revoir mes positions critiques. L’ouvrage glisse bien sans accrocher et il est indispensable d’utiliser des aiguilles de 40 cm pour un projet aussi large. Bon, c’est clair que l’idéale serait de travailler le Philémon sur des aiguilles circulaires, pour permettre aux mailles de bien s’étaler et avoir un meilleur aperçu de l’ouvrage. Mais pour l’instant je ne me suis pas encore familiarisée avec les aiguilles circulaires, donc je fais de nécessité vertu!

Il fatto di lavorare inoltre con dei ferri così grandi, permette di veder crescere il lavoro in un batter d’occhio. Questo mi rassicura, in quanto mi sono imbucata nel KAL dopo 3 settimane dall’inizio e che alcune delle ragazze hanno già completato il golf, come ad esempio Aurélie e DMAT. Poi le ragazze che partecipano mi sembrano tutte bravissime, quindi non vi nascondo che sto sviluppando una certa ansia da prestazione per questo progetto :D.

En plus le fait de travailler avec des aiguilles aussi grandes, permet de voir monter le gilet en un clin d’œil! Cela me rassure, parce que je me suis incrustée dans la KAL après 3 semaines qu’il avait commencé et plusieurs participantes ont déjà terminé le gilet, comme Aurélie et DMAT. Et puis et puis… bin toutes les filles qui participent au KAL ont l’air trop au taquet, donc je ne vous cache pas que j’ai développé une sorte d’anxiété de performance 😀

Oltre ad essere il mio primo KAL si tratta anche della prima volta che mi cimento nella lavorazione di un golf in un solo pezzo e per me, che nutro un’idiosincrasia congenita per le cuciture, acquisire questa tecnica è una manna dal cielo. Avevo già in programma di rifare un Napa Cardigan per l’estate prossima con qualche piccola modifica e di sicuro la prossima volta lo monterò tutto in una volta per evitarmi il supplizio delle cuciture laterali, oltre a lavorare le maniche con il gioco di ferri a doppia punta.

Non seulement il s’agit pour moi de mon premier KAL, mais en plus c’est la première fois que je m’essaie avec un gilet en un seul morceau. Alors pour moi, qui ai une aversion pathologique pour les coutures, apprendre cette technique est une aubaine ! J’avais déjà décidé de refaire un Napa Cardigan pour l’été prochain avec quelques petites modifications et bien il est sûr que la prochaine fois je le monterai en un seul morceau pour m’éviter le supplice des coutures sur les côtés, et travaillerai les manches avec des fers double pointe.

Prossimo aggiornamento fotografico a breve, quando riuscirò a fare delle foto un po’ più decenti di queste:

Prochaine mise à jour photo à suivre, dès que j’aurai pu prendre des photos un peu plus dignes que celles-là:

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Citazione

La settimana della knitter, volume 1

Per anni ho dedicato al lavoro a maglia il tempo che avevo, che per esempio quando ero studentessa era poco o niente (lavoravo e studiavo, accessoriamente avevo un ragazzo e tanti amici!), poi quando ho cambiato lavoro l’ultima volta di più.
Da quando ho iniziato a seguire assiduamente la gomitolosfera e ad ispirarmene, il mio ritmo di diritto e rovescio ha subito un’impennata colossale.

Primo, perché in questo momento della mia vita sono sicuramente più serena e posata di una volta, ho quindi deciso di rallentare in generale il vorticoso turbine di attività che mi vedevano impegnata praticamente ogni sera della settimana e ogni minuto del weekend. Secondo perché ho anche una maggiore disponibilità finanziaria e ho depennato dalla lista alcune voci di spesa che precedentemente la facevano da padrone, e quindi posso permettermi di dedicare maggiori risorse economiche a questa passione. E terzo perché effettivamente in rete si trovano così tanti spunti di riflessione che è impossibile e dico im-pos-si-bi-le non avere sempre in mente un nuovo tipo di filato da provare, una nuova tecnica o un nuovo modello da mettere in lista.

E allora come si svolge una mia settimana tipo da sferruzzatrice?

Beh, posto che non c’è una settimana tipo, posso raccontarvi qual è stata la mia ultima settimana dal punto di vista knitteroso.

Lunedì
In fervente attesa del mio ordine di lana da Luce Laine Tricot, ci ho dato sotto con il maglioncino a maniche corte che sto realizzando su modello di Phildar. Il meteo è stato decisamente inclemente e la mia unica collega che si cimenta in piccoli lavori ai ferri e viene al parco in pausa pranzo con me era in ferie, così per tutta la settimana ho potuto dedicare solo le serate alla maglia.
Il risultato di lunedì sera è stato questo:

Perdonate la scarsa qualità delle foto del mio nonsmartphone -_-'
Perdonate la scarsa qualità delle foto del mio nonsmartphone -_-‘

Dorso del maglioncino finito, evviva! Così per il momento lo posso mettere da parte senza remore. Inoltre per una volta sono stata diligentissima e ho annotato tutte le modifiche su un taccuino, così quando riprenderò il lavoro per il davanti sarò sul pezzo!

Martedì
Ho ricevuto il pacchettino di Luce: gaudio *_*

Luce dei miei occhi :D
Luce dei miei occhi 😀

Ovviamente ho montato immediatamente le maglie e ho iniziato a fare un po’ di avanti e indietro sul mio Philémon.
La serata è stata tuttavia breve, poiché festeggiavamo il compleanno della suocera, ma mi sono rifatta…

Mercoledì
Inutile dire che il mercoledì sera è stato dedicato tutto a Philémon. Questo progetto non rappresenta particolari difficoltà, anche se il punto legaccio non è il mio preferito e l’alpaca doppia mi risulta un po’ fastidiosa da lavorare. I ferri però sono lunghissimi in quanto il golf è lavorato in un unico pezzo, solo le maniche vengono lavorate a parte.

Ecco a voi il signor Filemone!
Ecco a voi il signor Filemone!

 Giovedì
Pausa stiro. Già, ché sono una signorina con una casa da mandare avanti!
E ogni tanto bisogna che mi metta a giocare con un ferro diverso 😉

Venerdì
Il fine settimana per me è cominciato con il grande ritorno in palestra (era da un mese buono che non mi ero più fatta vedere… Ah, quanto mi sono mancati i leggings trasparenti con il mutandone ginnico davanti al naso mentre faccio i piegamenti sulle braccia :D).
Ho comunque trovato il tempo, al ritorno, di dedicarmi alla maglia e ho ripreso in mano un lavoretto che sto realizzando per la figlia di un’amica che a breve compirà il suo primo anno di vita.

Non ho ancora deciso dove posizionare le stelline e il retro è ancora a metà.

Ok, per il momento la funzione dell’oggetto non è molto intellegibile, quindi vi do un aiutino 😉

Sabato
Sabato il meteo ci ha regalato forse l’ultimo, meraviglioso giorno d’estate.
Così in un pomeriggio pieno di sole, siamo andati al parco e, siccome il termometro (sullo smartphone, siamo seri: chi ha un termometro vero in casa nel 2015?!) segnava 30°C, era fuori discussione portare anche Philémon. Allora ho ripreso in mano il mio Laguna Sweater, il cui dorso ormai da qualche settimana langue solo soletto nell’angolo dei lavori in progress.

Lo vedete spuntare dalla borsa, no?
Lo vedete spuntare dalla borsa, no?

Domenica
E la domenica? Suvvia, anche il Signore Iddio si è riposato la domenica 😛
Scherzo ovviamente, in genere adoro la domenica poter dedicare qualche oretta a fare la maglia.
Oggi è stata una giornata un po’ particolare, perché la suocera partiva e così pranzo pantagruelico a casa, ultima passeggiata al parco e poi via in stazione. Mentre vi scrivo, Philémon mi guarda di fianco al PC e mi prega di riprenderlo in mano.

Insomma, a conti fatti posso dire serenamente che è stata una settimana produttiva, in quanto anche se non ho completato nessun lavoro, piano piano ho portato avanti tutti i progetti avviati (con la sola eccezione del regalo di natale, ma per quello ho ancora tempo, vero?).

E voi, in genere quali e quanti momenti alla settimana riuscite a dedicare alla vostra passione per la maglia?

Riuscite ad avere un ritmo regolare oppure come me subite delle inesorabili battute di arresto?

In ogni caso buona domenica sera e buon lunedì, augurandovi che il ritorno in ufficio delle orde di vacanzieri non vi sommergano di rogne da risolvere 🙂

Citazione

KAL Philémon, il mio primo KAL :)

C’è sempre una prima volta per tutto, dice il proverbio!

Il y a toujours une première fois, dit le proverbe !

E doveva arrivare anche per me la prima volta per partecipare ad un KAL (Knit-ALong, per quanti sono arrivati qua sperando di trovare istruzioni sulla prima volta a letto e invece si trovano sul blog di una tardona che fa la calza :D).

Et il fallait bien que je participe pour la première fois à un KAL (Knit-ALong, pour ceux qui ont atterrit sur ce billet en espérant trouver des instructions sur la première fois au lit et se retrouvent sur le blog d’une mémé qui tricote :D)

Kal Philémon

E’ successo che questo KAL è stato lanciato a fine luglio dalla simpaticissima blogger svizzera Rachel del blog Rachel says Yeppa !.

Il est arrivé que ce KAL ait été lancé fin juillet par la fort sympatique bloggueuse suisse Rachel du blog Rachel says Yeppa !.

E’ successo che mi sono slumata per giorni e giorni prima il modello sul blog della creatrice, poi i post relativi al KAL Philémon.

Il est arrivé que j’aie reluqué pendant des jours et des jours d’abord le modèle sur le blog de la créatrice, et ensuite les différents billets au sujet du KAL Philémon.

E’ successo che ho slumato ancora di più le fotografie su Instagram con l’ashtag #kalphilemon.

Il est arrivé que j’aie reluqué encore plus les photos sur Instagram avec l’ashtag #kalphilemon.

E poi è successo che a Ferragosto, che poi era ieri, non siamo partiti e ha fatto un tempo becero.

Et puis il est arrivé que le 15 août, donc hier, nous ne soyons pas partis et qu’il ait fait un temps déplorable.

Ed è successo che mi sono trovata a messaggiare su Instagram con un’altra bravissima blogger della gomitolosfera francese, Aurélie de L’atelier Senae.

Et il est arrivé que je me trouve à échanger des messages via Instagram avec une autre blogueuse très douée de la pelotosphère française, Aurélie de L’atelier Senae.

Ed è successo che sono una persona riprovevole e dalla scarsa forza di volontà quando si tratta di tenere la carta di credito al suo posto.

Et il est arrivé que je sois une personne répréhensible et une petite nature quand il s’agit de garder ma carte bleue à sa place.

Morale della favola: ho ordinato il modello dal blog della fantastica sgomitolatrice con la erre moscia Une poule à petit pas e ho scelto la mia lana dal sito Luce Laine Tricot, che altri non è se non uno dei distributori ufficiali di Drops in Francia. E poi ho scritto a Rachel implorandola di farmi imbucare 15 giorni dopo il calcio d’inizio nel KAL. Bene, pare che parte delle partecipanti al KAL non abbia ancora iniziato il lavoro. Io ora attendo febbrile che Luce mi mandi la lana per montare le maglie. E si, lo so che ho già 3 lavori in corso. OK, 4 dopo la vigilia di Ferragosto. E lo so che avevo detto che non avrei più comprato lana dopo il colpo di matto con i saldi su We Are Knitters. Sgrunt.

Bref: j’ai commandé le patron sur le blog de la fantastique dépelotteuse bleu-blanc-rouge Une poule à petit pas et j’ai choisi ma laine sur le site Luce Laine Tricot, qui n’est autre qu’un des distributeurs officiel de Drops en France. Et puis j’ai écrit à Rachel en l’implorant de me laisser incruster 15 jours après le coup d’envoi du KAL. Bon, à ce qu’il paraît une bonne partie des participantes au KAL n’a pas encore commencé le projet. De mon côté, j’attends avec impatience que Luce me livre la laine pour pouvoir monter les mailles. Et oui, je sais que j’ai déjà 3 encours.. Ok, 4 après le 14 août. Et je sais que j’avais dit que je n’achèterais plus de laine après le coup de folie avec les soldes sur We Are Knitters.

Il modello può essere realizzato con la Brushed Alpaca Silk oppure con la Andes (entrambe di Drops).

Le gilet peut être tricoté en Brushed Alpaca Silk ou en Andes (les deux de chez Drops).

Io ho scelto la Brushed Alpaca Silk in Verde oceano chiaro (15), che sarà perfetta sia per l’inverno che per le fresche primavere parigine che ci riserva il clima atlantico:

J’ai choisi la Brushed Alpaca Silk en Vert océan clair (15), qui sera parfaite aussi bien pour l’hiver que pour les printemps parisiens bien frais que le climat atlantique nous réserve:

15

Così colgo due piccioni con una fava e potrò finalmente testare un filato Drops (bisognerà pure che mi trovi delle attenuanti, no?! 😉 ).

Et voilà, comme ça je fais d’une pierre deux coups et je pourrai enfin tester un fil Drops (il faudra bien que je me trouve des circonstances atténuantes 😉 ).

Spero di ricevere la lana entro la fine della settimana che sta per iniziare, in ogni caso stay tuned per gli aggiornamenti fotografici e non!

J’espère recevoir la laine avant la fin de la semaine qui va commencer, dans tous les cas stay tuned pour les mises à jour photo et autres.

Buona serata e buon inizio di settimana domattina per quelle che come me non sono spaparanzate in vacanza!

Bonne soirée et bon début de semaine demain matin pour celles qui, comme moi, me sont pas les pieds en éventail !

Le presentazioni e uno Knit Tag

Le presentazioni e uno Knit Tag

E’ da un po’ che mi frulla in testa l’idea di aprire un blog di lavoro a maglia. Perché? E perché no?

Intanto perché lavoro a maglia da tantissimo tempo e per tantissimo tempo non mi è stato possibile scambiare consigli ed esperienze con nessuno che non fossero mia mamma e la mia vecchia zia, che in quanto a gusti sono rimaste ferme agli anni Sessanta. Invece poi è arrivato il magnifico mondo di internet, che ha democratizzato l’accesso alla cultura e al sapere in tutte le sue forme e da cui ho imparato tanto e continuo a prendere moltissimi spunti.
Poi perché sono italiana ma vivo in Francia da ormai qualche annetto e devo dire che qui il tricot è tutta un’altra cosa: i modelli disponibili, le iniziative a favore della maglia, la diffusione di mercerie e marchi disponibili… Insomma, mi sono detta che potrebbe essere simpatico per chi passerà di qua, avere delle dritte su quello che si fa al di là delle Alpi (per me al di qua J ), soprattutto per le persone che non riescono a leggere il francese, e che di sicuro sarà per me una bella esperienza condividere altri spunti e imparare tanto.

I marchi di cui parlerò forse non sono tutti disponibili online, ma se qualcuna passa di qua in vacanza potrà di sicuro rifornirsi e fare qualche bella scoperta. E soprattutto, visto che io dall’Italia non passo spesso, potrà essere per me un modo per tenermi aggiornata su quello che accade in Italia nella gomitolosfera!

Per rompere il ghiaccio ho pensato di tradurre un tag che è girato parecchio questa primavera nella gomitolosfera francese e che è stato lanciato dalla giovane e brava knitter Jaenelle del blog A l’Estudiantine, ricco di spunti divertenti ed utili.

Si consideri taggata qualsiasi sferruzzatrice che passa da queste lande ora e sempre!

  1. Quanto tempo dedichi ogni giorno al lavoro a maglia?

E’ molto difficile rispondere perché ci sono settimane in cui non riesco a toccare ferri e settimane in cui ogni sera al ritorno dal lavoro, dopo aver sbrigato le incombenze domestiche e sfamato la dolce metà, mi attacco al lavoro e vado avanti finché mi cala la palpebra. Quando sono in vacanza da mia madre poi, sono capace anche di passare intere giornate a sferruzzare da quando mi alzo la mattina fino a quando vado a letto. Certo è che mi sembra sempre che il tempo non mi basti mai per finire tutti i miei lavori e consumare tutti i gomitoli che non resisto mai alla tentazione di comprare.

  1. Qual è la tua lana preferita? Perché?

Mediamente a livello di resa preferisco i filati leggeri (DK) o medi (Aran), anche se spesso mi capita di lavorare con ferri più grossi. E’ chiaro che con i ferri da 8 mm un golfino o un pullover sono velocissimi da realizzare, ma la vestibilità dei filati grossi non mi è sempre congeniale.

  1. Con quali ferri lavori più spesso?

In tutta la mia carriera da sferruzzatrice non ho ancora mai provato i ferri circolari, che negli ultimi anni sono diventati tanto alla moda (o forse lo sono sempre stati, ma mia mamma, mia zia e mia nonna non li utilizzavano e all’epoca non esisteva internet!). Possiedo ferri di svariate marche, sia in metallo, che in bambù (materiale altrettanto alla moda nella gomitolosfera) che in plastica. Devo dire che contrariamente a molte sferruzzatrici quelli che preferisco sono i cari vecchi ferri di metallo anodizzato della nonna, perché sono quelli su cui il lavoro mi sembra scorrere maggiormente e sono pure quelli più economici.

  1. Attualmente quanti gomitoli hai in stock?

Arg. Molti. Troppi. DECISAMENTE troppi.

Avete presente quel ritornello: « Adesso non compro più filati finché non ho esaurito il mio stock. Facciamo la metà dello stock »?! Che poi inevitabilmente finisce con: « Va beh, dai. E’ l’ultima volta, giuro l’ultima, ma è troppo bello per non comprarlo ».

Il vantaggio però è che ogni volta che compro dei nuovi filati, lo faccio solo se ho già un progetto preciso in mente e quindi l’acquisto è mirato. Questo mi permette almeno di candeggiarmi parzialmente la coscienza, perché mi dico che prima o poi (Quando sarò in maternità? Quando sarò in cassa integrazione? Quando sarò in pensione? :-D) inizierò tutti i progetti che ho in mente e faro fuori quelle due borse enormi di gomitoli.

  1. Qual è la tua marca di filati preferita? Perché?

Statisticamente direi Phildar e Bergère de France, due marchi che qui in Francia vanno per la maggiore. Ma la ragione è unicamente che sono i più facilmente reperibili e quelli che propongono un gran numero di modelli ad ogni stagione (anche se l’offerta di Bergère negli ultimi anni è diventata davvero noiosa e poco giovanile).

Una marca che ho scoperto l’inverno scorso e di cui sono diventata assolutamente fan è We Are Knitters: la qualità dei filati è eccelsa, inoltre, anche se a prima vista il costo è elevato, si tratta di gomitoloni lunghissimi (per esempio il Pima Cotton da 100gr misura 212m per 8,95 € a prezzo pieno), quindi a mio parere il rapporto qualità/quantità/prezzo non è esagerato. Più tardi dedicherò sicuramente un post a questa marca, che secondo me ha avuto una strategia di comunicazione vincente.

  1. Ferri circolari o ferri a doppia punta?

Non ho mai provato né gli uni né gli altri (vergogna!). Per il momento preferisco sferruzzare serenamente con i miei ferri dritti e cucire laddove necessario, ma di sicuro questo deriva dal fatto che la complessità dei lavori che ho eseguito sino ad ora non richiedeva l’utilizzo di altri strumenti. Sappiate che nella mia borsa da lavoro ci sono sia i circolari sia i ferri a doppia punta, ma attendo il ritorno della stagione fredda per lanciarmi in progetti che mi consentano di sperimentarli.

  1. Hai già creato dei modelli? Se si quali?

Quando ero più giovane, fondamentalmente fino a prima di venire a vivere in Francia, non ho MAI seguito un modello. Realizzavo sciarpe, scalda-colli e borsette assolutamente ad occhio ed è così ad esempio che mi sono lanciata in dei timidissimi jacquard senza avere la benché minima base tecnica. La verità è che ci ho messo, tantissimo tempo, a dirmi che oltre a fare pezzi quadrati e rettangolari, imparare a fare aumenti e diminuzioni non mi avrebbe procurato un aneurisma cerebrale. In compenso da quando ho iniziato a lavorare maglioncini ed affini, non ho più potuto fare a meno del pattern. Spesso poi mi capita di personalizzare i modelli e accorciarli o allungarli a mio gusto, ma per il momento non mi sento ancora sufficientemente a mio agio con i ferri per lanciarmi in peripezie spericolate.

  1. Quale metodologia legata all’arte della lana ti piacerebbe imparare? (uncinetto, filatura, tessitura…?)

Per il momento il mio grosso obiettivo è imparare l’uncinetto. Per anni l’ho snobbato, sia perché lo strumento non soddisfa il mio gusto estetico (l’uncinetto è bruttarello, poverino, e poi assomiglia tantissimo ad uno strumento di tortura medievale), sia perché ho sempre associato l’uncinetto ai centrini démodé che mia mamma sferruzzava negli anni Ottanta.

Da quando è nato il mio primo e per ora unico nipotino però, mi è venuta voglia di imparare per potergli fare degli amigurumi. Inoltre mi piacerebbe saper fare dei piccoli oggetti con cui personalizzare le mie realizzazioni, come ad esempio dei fiori da utilizzare a mo’ di spilla).

  1. Cosa è peggio secondo te: un filo che si sdoppia oppure rendersi conto che si è fatto un errore 20 ferri prima?

Sono un po’ indecisa perché il filo che si sdoppia è una bella rottura, soprattutto perché ho notato che i fili che si sdoppiano hanno anche la fastidiosa tendenza ad agganciarsi in uncini e sporgenze varie con effetti deleteri sul capo finito (va bene, lo ammetto: alle volte sono maldestra, il che non aiuta certo!). Però credo che l’errore 20 ferri prima sia la cosa peggiore delle due. Soprattutto su certi lavori con motivi particolari. Poi io che sono psicorigida all’inverosimile non sono capace di far finta di niente. I casi sono due: o abbandono il lavoro a maglia in fondo ad un cassetto sperando che si autodistrugga, oppure vengo colta da un raptus iconoclasta, disfo tutto e riparto da capo (una volta mi è capitato di rimanere sveglia fino alle 4 della mattina per un problema simile…).

  1. Con quale filo stai lavorando in questo momento?
    In questo momento ho tre lavori sui ferri:
  1. Il Laguna Sweater di WAK lavorato con il Pima Cotton
  2. Un maglioncino dal taglio morbido di Phildar in Fil Cabotine e Phil Star (che non posso linkare perché è ormai andato fuori produzione)
  3. Una sciarpa per un regalo di natale in Angel di Bergère de France (non posto il link perché si tratta di una sorpresa e la destinataria non deve ovviamente sapere 😛 )
  1. Quale marca di filato di piacerebbe provare?
    Ho sentito parlare molto dei filati Drops, che coniugano alta qualità a prezzi competitivi, ma per il momento non ho ancora avuto l’occasione di provarli.
  1. Cosa pensi del lavoro a maglia?

Diciamoci la verità: il lavoro a maglia è spesso visto come un’attività da zitellone attempate e in generale non è molto sexy. Però anche se le colleghe mi prendono in giro, vedo sempre la scintilla di invidia quando arrivo in ufficio con l’ennesima realizzazione fatta a mano.

Attualmente lavoro in un ufficio nel settore del commercio estero e la quasi totalità delle mie mansioni vengono svolte a computer o al telefono. Quindi anche quando la mole di lavoro è notevole, a me sembra sempre di non fare nulla. Quello che mi piace del lavoro a maglia è il fatto di poter « fabbricare » qualcosa, di produrre, e non c’è nulla che mi dia più soddisfazione che vedere il lavoro che cresce sui ferri.

Inoltre mi piace moltissimo l’idea di fare qualcosa di unico, che possiedo solo io e che è fatto dalle mie manine.

E per finire, da sognatrice quale sono, mi piace moltissimo sferruzzare perché mentre le mani vanno, la mente inizia a frullare a tutto spiano e mi ritrovo a “rifare il mondo”, come dicono i miei amici di qua dall’Alpe 😉

Spero di leggere le risposte a questo tag su altri blog italiani!

A presto!